Nel novembre del 1944, 120 partigiani furono uccisi nella battaglia contro gli invasori tedeschi a Kučibreg e nelle aree circostanti. Domenica 5 novembre li abbiamo commemorati con le cerimonie a Hrvoji e Kučibreg.
La cerimonia che si tiene ogni anno presso il monumento di Kučibreg non è solo un promemoria per ricordare che una cosa del genere non deve più accadere, ma anche per ricordare che le tre nazionalità e i tre Paesi dell'Istria sottolineano l'importanza della coesistenza di tre popoli che si incontrano e vivono nella stessa area.
Alle cerimonie commemorative di domenica hanno partecipato anche i cittadini di Ancarano. Prima al cimitero di Hrvoji e poi al monumento di Kučibreg, dove la nostra delegazione, guidata dal presidente dell'Associazione combattenti di Ancarano Jadran Pišot, ha deposto dei fiori, così come decine di altre delegazioni di varie organizzazioni antifasciste e di combattenti dei comuni dell'Istria croata, slovena e italiana.
L'evento, con un programma culturale trilingue, è stato caratterizzato da un forte appello alla pace nel mondo. Sia il sindaco del Comune di Buie, Fabrizio Vižintin, sia l'oratore principale, il presidente dell’Unione delle associazioni combattenti della Slovena, Marijan Križman, hanno richiesto la fine delle guerre. "Noi, portatori dei valori della lotta di liberazione nazionale, dobbiamo essere ancora più risoluti e uniti nei nostri sforzi per preservarli, proprio come lo erano i nostri genitori e nonni, italiani, croati sloveni, qui a Kučibreg, per difendendo la libertà, la pace e la propria casa", ha sottolineato Križman nel suo discorso, evidenziando che "il mostro della Seconda guerra mondiale si sta ancora insinuando in tutta Europa, alla ricerca di simpatizzanti per prendere il potere sulle più vili basi politiche".